Museo del cartoccio e delle vimine

Il Rojale, terra ricca di fertili campagne e corsi d’acqua divenne al termine della Seconda Guerra Mondiale la capitale della lavorazione del cartoccio di granturco (scus’di blave).

Descrizione

Il Museo ha come finalità la conservazione dei manufatti e della memoria di un’attività che ebbe un ruolo sociale ed economico molto importante nella zona. L’esposizione, recentemente collocata nelle stanze del primo piano della ex scuola elementare, racconta l’arte della lavorazione del cartoccio, in friulano detto "scus", le brattee interne della pannocchia, per creare oggetti diversi di uso quotidiano, soprattutto borse e sporte adatte a qualsiasi uso. All’inizio la lavorazione di questo materiale povero era un'occupazione prevalentemente femminile che soddisfaceva solo le necessità familiari, ma già negli anni Trenta, durante i mesi invernali ogni settimana venivano preparate circa ventimila sporte, vendute nelle principali città italiane, dove erano apprezzate per la loro superiorità rispetto alle concorrenti in paglia. Il massimo sviluppo del cartoccio si ebbe tra gli anni Sessanta e Ottanta, periodo in cui fu attiva la Cooperativa Artigianale Cartocciai Friulani (1964-1988), formata da circa centocinquanta soci che producevano più di quattrocento articoli diversi.
I beni del museo
La catalogazione e l’inventariazione dei beni, si è svolta in due diverse fasi, rispettivamente nel 2004 e nel 2005. Essa ha permesso di rilevare la grande varietà di oggetti costruiti con il cartoccio e di documentare le relative tecniche di lavorazione. Si va dalle classiche borse e sporte alle calzature, come scarpe da donna, zoccoli, sandali e “ballerine” ai capi di abbigliamento; particolarmente rappresentativi i corpetti, fino agli elementi di arredo e agli accessori per la casa, come portabottiglie, bomboniere, una culla (del 1955), paralumi (alcuni del 1953) e soprattutto sedie. I dati raccolti sono particolarmente ricchi grazie alla disponibilità di alcuni cartocciai che hanno fornito descrizioni minuziose sul trattamento e le varie fasi di questa lavorazione quasi scomparsa. A tal proposito interessanti risultano anche alcuni strumenti del mestiere come aghi, forbici, stampi vari, treppiedi e utensili per tirare le corde. Accanto a questi oggetti di uso comune si affiancano altri che testimoniano l'evoluzione verso prodotti più ricercati, come bamboline, borsette da festa e presepi, espressione della fantasia degli artigiani.

Ultimo aggiornamento: 10/06/2024, 15:50

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